Post del 05/07/2015.
La schiacciante vittoria del no ha messo in allarme, come prevedibile, i potentati economici mondiali, che prevedendo grosse perdite finanziarie già a partire da domani, hanno immediatamente iniziato a far pressione sugli Stati europei, a loro subalterni.
Barclays e J.P. Morgan in testa, esposte sul debito ellenico, hanno decretato come soluzione immediata l’espulsione della Grecia dalla UE. La Germania, come a breve faranno gli altri paesi, ha avviato la Grexit con le prime dichiarazioni dei propri rappresentanti istituzionali.
Ma perché le banche, gli istituti finanziari e a ruota gli Stati trovano conveniente favorire una fuoriuscita della Grecia dall’Unione? Non converrebbe tenere dentro la Grecia sperando di recuperare, almeno in parte, i loro crediti?
Assolutamente no!!!
E questo e’ spiegabile con il supporto di qualche rudimento di economia: l’uscita della Grecia dal sistema permetterebbe alle banche e agli Stati di svalutare i crediti vantati in bilancio, derubricandoli come crediti inesigibili e procedendo a cartolarizzarli tramite emissione di obbligazioni a lungo termine.
Un sistema “efficace” per permettere di ripulire i bilanci e acquisire nuova liquidità.
Il loro cinismo non tiene conto che a farne le spese saranno uomini e donne in carne e ossa.
Ma il capitalismo finanziario ed il neoliberismo non possono badare a certe sottigliezze…..