Post del 12/07/2016.
L’incubo di una mattina d’inizio estate si materializza in Puglia.
Studenti e lavoratori, pendolari da pochi euro si ritrovano maciullati tra le lamiere contorte di due convogli di pochi vagoni su un binario unico nei pressi di Andria.
Lacrime e sangue, e lo Stato che “si costerna, si indigna e si impegna, poi getta la spugna con gran dignità”.
Cosa volete che interessi, tra qualche giorno, se una manciata di famiglie passeranno il resto della propria esistenza a tormentarsi nel dolore. Il progresso non conosce battute d’arresto, il capitalismo delle grandi opere progetta investimenti faraonici, ponti e fiere, varianti e alta velocità. Se poi, ad alcune latitudini meridionali, le ferrovie viaggiano ancora come quarant’anni fa, poco importa.
“Errore umano” sarà la versione che metterà tutti più o meno d’accordo. Ci saranno le solite interrogazioni parlamentari, i funerali di Stato, la costernazione di facciata e qualche bella e utile passerella istituzionale, che non guasta mai e fa sempre un certo effetto.
Poi tutto come prima, a morire maciullati sulla 106 Jonica o sui binari di qualche sperduta campagna del Sud.