Brutta ma vincente la Juve di scena al Barbera di Palermo, che pur senza correre grossi rischi contro una formazione oggettivamente poco competitiva, riesce a portare a casa il risultato pieno conquistando i tre punti grazie ad un provvidenziale autogol su tiro dalla distanza di Dani Alves nel secondo tempo.
Ad una settimana esatta dal k.o. in trasferta contro l’Inter, Allegri si presenta in Sicilia con qualche certezza tattica in più confermata in occasione del successo interno ottenuto nel turno infrasettimanale contro il Cagliari: la presenza sin dal primo minuto di Gonzalo Higuain al centro dell’attacco e la posizione nel ruolo di mezzala di Pjanic.
Nel 3-5-2 di partenza trovano posto davanti a Buffon il rientrante Bonucci con Barzagli a destra e Rugani a sinistra (turno di riposo per Chiellini), Dani Alves e Alex Sandro sulle fasce, Lemina a dettare i tempi di gioco in mediana supportato da Khedira e Pjanic, in avanti la strana coppia composta da Higuain-Mandzukic (rifiata Dybala). Nonostante le premesse, in terra siciliana la Juve fornisce una delle più brutte prestazioni degli ultimi anni, persino più deludente di quella opaca di San Siro. Il centrocampo, pur confermando la buona vena di Lemina soprattutto in fase di ripiegamento, mostra limiti nel palleggio e nell’impostazione; le punte, quasi mai servite in profondità, evidenziano problemi di compatibilità finendo per ignorarsi per tutta la gara; il reparto arretrato, poco protetto soprattutto sugli esterni dove Dani Alves non interpreta al meglio il ruolo dimenticandosi di fare la fase difensiva, si ritrova male equilibrato in occasione degli sporadici attacchi avversari: difesa coperta al centro e sulla sinistra e troppo esposta sulla destra dove Rugani spesso si ritrova preso nel mezzo dagli uno-due palermitani. Ancora peggio quando lo stesso Rugani è costretto a lasciare il campo causa infortunio e la squadra, con l’ingresso in campo di Cuadrado, passa al 4-3-3, arretrando Dani Alves sulla linea dei difensori. Perché succede che, sempre sulla fascia di destra, la confusione tra Dani Alves (a tratti troppo lezioso) e Cuadrado in alcune fasi appare imbarazzante, con il brasiliano sbilanciato in avanti e il colombiano chiamato alla copertura senza conoscerne né i movimenti né avendone per natura le caratteristiche per farlo.
La gara, spigolosa e densa di episodi fallosi, si trascina stancamente senza grossi sussulti, Higuain si sacrifica recuperando palloni giocabili, Mandzukic fa a sportellate con mezza squadra rosanero, Lemina si mostra caparbio nel recuperare i molti palloni persi dalla squadra. Tanti errori di misura, atteggiamenti superficiali, sbavature tecniche, fraseggio inesistente e complessivamente poca fame di risultato. In più, l’assenza di Dybala fa emergere un problema finora forse troppo sottovalutato: in assenza di un regista in grado di dettare i tempi e offrire spunti in profondità, la presenza del talento argentino come elemento di raccordo tra la mediana e gli ultimi venti metri appare fondamentale. Nel suo nuovo ruolo cucitogli addosso da Allegri, la posizione in campo di Dybala che agisce tra le linee risolve diversi problemi: come già detto tiene unito centrocampo e attacco, diventa il primo ricevitore di palloni tra le linee e, per le elevate capacità tecniche, salta l’uomo, inventa e crea superiorità numerica. Ragion per cui la presenza di Dybala, tutt’al più sostituibile da Pjaca e mai da Mandzukic nel gioco delle coppie, diventa fondamentale come quella del connazionale Higuain.
Nella confusione del Barbera, la goffa autorete di Goldaniga nel secondo tempo consente alla Juve di mantenere la vetta della classifica e mettere pressione al Napoli, impegnato in serata contro il Chievo al San Paolo. Punti importanti ma, come sottolineato anche dopo la vittoria contro il Cagliari, per ritrovare meccanismi e fluidità di manovra ci vorrà ancora del tempo. Resto fiducioso, i valori tecnici ci sono e sono importanti, il recupero di Marchisio procede a passo spedito, la squadra tornerà quanto prima a comandare il gioco sia in casa che in trasferta. Ora testa alla delicata sfida di Champions martedì a Zagabria contro la Dinamo, dove non dovrà esistere alternativa alla vittoria dopo l’esordio con pari casalingo contro il Siviglia.
FINO ALLA FINE!!!!! FORZA JUVE!!!!