Juve-Napoli è un lungometraggio che inizia nel pieno degli anni ottanta, con stars del calibro di Platini e Maradona. Storie di campioni, di goal straordinari, di vittorie impensabili, di punizioni calciate magistralmente da “Le Roi” e dal “Diez”.
Un film di scudetti meravigliosamente in bianco e nero che prima del 1990 regala pure due trionfi azzurri; una pellicola condita nella metà degli anni 2000 da punte melodrammatiche con la serie B per entrambe, e che torna a regalare negli anni a venire emozionanti duelli da scenari Western nella massima categoria.
La scenografia segna un punto di svolta il 13 febbraio di quest’anno, quando con una rete di Zaza in un finale di gara thriller, la Juve sorpassa il Napoli capolista in classifica e si avvia spedita verso la conquista dello storico quinto scudetto consecutivo. Arriva l’estate e la regia propone un clamoroso cambio di cast: Higuain, attore protagonista con 36 marcature azzurre, si trasferisce a Torino per la cifra iperbolica di 90 milioni di euro; montano le polemiche e le accuse di tradimento sulla sponda partenopea: “Core ‘ngrato”, a mo’ di musical, lo definisce il presidente De Laurentiis. Al varo dei calendari, in pieno agosto, l’appuntamento da Notte degli Oscar è quello del 29 ottobre, quando allo Stadium si materializzerà il primo incrocio, l’atteso rendez-vous.
Finalmente il momento epico è arrivato, il giorno dell’ex Higuain contro il suo passato recente.
Il film della gara è duplice: primo tempo noioso da “corazzata Kotiomkin”, seconda frazione degna del miglior Hitchcock. La Juve schierata da Allegri con il marchio di fabbrica del 3-5-2 è per tutto il primo tempo a dir poco sbiadita; è vero, Buffon tra i pali è spettatore non pagante, la collaudata difesa con Bonucci, Chiellini e Barzagli contiene senza grossi affanni l’iniziativa degli avversari, ma gli esterni Liechtsteiner a destra e Alex Sandro a sinistra sembrano bloccati, in mediana le mezze ali Pjanic e Khedira incidono poco, Hernanes recita a soggetto e prova a darsi da fare ma trova poca collaborazione, in avanti Mandzukic si batte come un leone andando a recuperare palloni giocabili fin nella propria area di rigore e Higuain…beh il Pipita continua malinconicamente a vagare negli ultimi venti metri come un fantasma degno del miglior horror. Il Napoli, dal canto suo, interpreta meglio il copione, aggredisce l’avversario con un pressing altissimo, si fa apprezzare per come conduce la manovra e costringe la Juve a ripiegare nella propria trequarti. Prima dell’intervallo, il solito infortunio muscolare ripropone una scena già vista: stavolta tocca a Chiellini abbandonare il terreno di gioco, sostituito da Cuadrado; Liechtsteiner scala nei centrali di difesa e il colombiano prende il posto dello svizzero sulla fascia.
Tuttavia, siccome la trama stava diventando banale e scontata, il secondo tempo comincia finalmente a proporre qualche colpo di scena. Dopo cinque minuti è Bonucci che sblocca il risultato grazie ad uno svarione difensivo azzurro, scaraventando una bomba alle spalle di Reina. Il vantaggio dei padroni di casa dura appena quattro minuti, giusto il tempo per la difesa juventina di farsi cogliere impreparata da Callejon, che regala il pari al Napoli infilando la retroguardia bianconera proprio nella zona lasciata orfana da Chiellini: Liechtsteiner non segue l’inserimento dello spagnolo e Alex Sandro non stringe la marcatura, 1 a 1 e tutto da rifare.
Nel frattempo mister Allegri aveva provveduto a ridisegnare l’undici in campo: Marchisio aveva preso il posto di un evanescente Pjanic e Sturaro era subentrato ad un Hernanes che nel complesso non aveva demeritato.
Se non che, prima della mezzora, i riflettori finalmente si accendono sull’uomo più atteso della serata, l’attore protagonista che fino a quel momento aveva recitato da comparsa. Gonzalo Higuain si inventa la rete del vantaggio, approfitta di un altro errore in fase di disimpegno della retroguardia partenopea e scarica da centro area un velenoso rasoterra che manda in visibilio il pubblico dello Stadium. Rete preziosa e importantissima senza esultanza da parte dell’argentino, per rispetto dei suoi ex compagni com’è giusto che sia.
Finisce 2 a 1, la Juve capolista allunga sul Napoli distanziandolo di sette lunghezze, in attesa della sfida tra la Roma, seconda, di scena a Empoli.
Riflessioni post gara: successo bianconero propiziato da due clamorosi errori della difesa napoletana, e non già frutto di manovra e bel gioco. La formazione di Allegri è apparsa per larghi tratti della gara priva di idee e di mordente, con i due goal che sono arrivati in maniera palesemente casuale; qualcosa in termini di organizzazione la si è vista con l’ingresso in campo di Marchisio, che ha ridato geometrie e schemi alla squadra. A voler guardare il bicchiere mezzo pieno, c’è da dire che il campionato è iniziato da appena due mesi, i nuovi acquisti (Pjanic in primis) non hanno ancora metabolizzato le idee tattiche dell’allenatore e, cosa più importante, sarà fondamentale trovare la forma migliore a partire da marzo in avanti, quando la stagione entrerà nella fase decisiva. In sostanza, della gara di stasera salviamo solo i tre punti e il ritrovato goal di Higuain.
Avviso agli spettatori: per la proiezione della prossima puntata del film con il Napoli bisognerà attendere il due di aprile, quando sul palcoscenico del San Paolo del presidente produttore cinematografico De Laurentiis andrà in scena l’ennesima puntata di un’avvincente telenovela.
Intanto mercoledì si torna in campo per la sfida casalinga di Champions con il Lione, gara che assume un’importanza vitale in quanto potrebbe già virtualmente ipotecare la qualificazione agli ottavi. Poi, domenica prossima la trasferta sull’insidioso campo del Chievo Verona, ultima di campionato prima della sosta.
Per continuare a vincere con l’obiettivo di conquistare l’Oscar!!!
FINO ALLA FINE!!!! FORZA JUVE!!!!!