Giusto il tempo di una settimana per ricaricare le batterie, ritrovare concentrazione e recuperare le giuste energie fisiche e mentali, e la Juve si lascia alle spalle la disastrosa prestazione contro il Genoa, sfoderando una gara tutta grinta e qualità contro l’Atalanta, squadra fin qui rivelazione del campionato. La formazione di Gasperini, reduce da ben sette vittorie consecutive, si inchina allo Stadium contro i bianconeri, artefici di una prova finalmente all’altezza della situazione sotto tutti i punti di vista.
In una serata che inizia con il minuto di raccoglimento per il disastro aereo che in settimana ha cancellato la squadra brasiliana del Chapecoense, Allegri rinuncia al collaudato 3-5-2 e propone una formazione variata nell’assetto tattico difensivo a causa delle numerose defezioni per infortunio (Bonucci e Barzagli su tutti), schierando una Juve a rombo con Marchisio vertice basso e Pjanic trequartista dietro il tandem d’attacco composto da Higuain e Mandzukic. Nel 4-3-1-2, davanti a Buffon, trovano posto Liechtsteiner, Rugani, Chiellini e Alex Sandro in difesa, Khedira e Sturaro da interni, il già citato Marchisio nelle abituali vesti di playmaker e un rinvigorito Pjanic a supportare la coppia di centravanti.
La Juve parte subito forte e aggredisce gli avversari a tutto campo, la manovra è scorrevole, il pallone viaggia a velocità tripla rispetto ad una settimana fa. A centrocampo Khedira e Sturaro lottano su ogni contrasto, il reparto difensivo è attento e non concede spazi alle punte bergamasche, dalla trequarti in avanti Higuain si sacrifica in un ruolo non suo, come d’altronde succede da quando per problemi muscolari l’altro argentino Dybala, ormai prossimo al rientro, è costretto ai box. Il Pipita arretra il suo raggio d’azione, partecipa in modo più organico alla manovra arrivando spesso a vestire i panni del suggeritore, diventa l’uomo aggiunto in grado di creare superiorità numerica tra le linee in un lavoro di raccordo, estremamente decisivo, tra centrocampo e attacco. Non fa da meno Mandzukic, che si produce in una prestazione a tutto campo, correndo come un forsennato e fornendo un contributo fondamentale e prezioso anche in fase di copertura.
Insomma, con le riconosciute qualità tecniche unite alla giusta determinazione e cattiveria agonistica, i bianconeri annichiliscono l’Atalanta e impiegano appena un quarto d’ora per sbloccare il match. Ci pensa uno scatenato Alex Sandro, che prende palla sulla fascia sinistra di pertinenza, salta in slalom un paio di avversari e fa secco il portiere atalantino con un bel tiro di interno destro dalla distanza. La Juve anche dopo il vantaggio continua a pressare, sente l’odore del sangue, aggredisce come se fosse sullo zero a zero, e dopo neppure quattro minuti trova il raddoppio, in virtù di un colpo di testa di Rugani sugli sviluppi di un calcio d’angolo. La seconda rete stagionale del sin qui poco utilizzato difensore bianconero, suggella una prestazione personale attenta, autorevole, impreziosita da una capacità non comune di guidare il reparto difensivo, doti che fanno di Rugani uno dei migliori prospetti nel ruolo a livello nazionale.
I primi 45 minuti di gioco si chiudono sul 2 a 0: l’Atalanta, che fino ad oggi aveva sconfitto, tra le altre, anche il Napoli, la Roma e l’Inter, rientra negli spogliatoi come se fosse appena uscita da una centrifuga, totalmente frastornata dalla furia agonistica con la quale i Campioni d’Italia hanno interpretato la gara. Il desiderio di rivalsa della Juve, dopo la batosta col Genoa e il conseguente turbinio di polemiche settimanali, ha generato l’effetto sperato: gioco più fluido, tocchi di prima, manovra in velocità e occupazione totale degli spazi.
Nella seconda frazione di gioco il leit motiv non cambia, e la squadra di Allegri trova il tris intorno al 20esimo, grazie ad un bel colpo di testa dell’hombre del partido, quel Mario Mandzukic autore di una gara mostruosa, tutta corsa e sacrificio. Da sottolineare, in aggiunta, la prova finalmente convincente di Pjanic, impiegato dietro il tandem d’attacco in una zona di campo molto più congeniale alle sue caratteristiche tecniche e tattiche.
Nel finale di gara, a risultato ampiamente acquisito, anche l’Atalanta trova il goal della bandiera, quando gli avvicendamenti sul terreno di gioco, sponda juventina, avevano mutato l’assetto tattico della squadra e la tensione nervosa dei bianconeri andava declinando.
Finisce 3 a 1, la Juve consolida il suo primato in classifica riportando a sette le lunghezze di distanza dalle più dirette inseguitrici, Roma e Milan, impegnate domani rispettivamente nel derby capitolino con la Lazio e contro il Crotone.
Ora, testa nuovamente alla Champions, in vista dell’impegno casalingo di mercoledì contro la Dinamo Zagabria, per confermare il primo posto nel girone e presentarsi ai sorteggi degli ottavi nell’urna giusta. Poi, a proposito di derby, domenica prossima sarà la volta di quello della Mole, contro il temibile Torino di Sinisa Mihajlovic.
FINO ALLA FINE!!!! FORZA JUVE!!!!