Se non fosse stato per il vento, che soffiava impetuosamente condizionando le traiettorie disegnate dal pallone, e per gli onori tributati prima del fischio d’inizio al mitico Gigi Riva, eroe dello scudetto sardo del ’70 e miglior marcatore azzurro di tutti i tempi, più che a Cagliari, complice anche l’effetto cromatico del rosso-blu, sembrava di stare a Genova.
Al Sant’Elia, infatti, per quasi tutto il primo tempo la Juve non è neppure scesa in campo: errori in fase d’impostazione, manovra approssimativa, iniziativa di gioco lasciata agli avversari, assenza di movimento senza palla, insomma, lo stesso campionario di svogliatezza e approssimazione già visto nella disastrosa trasferta di Marassi contro il Genoa. Sbagliato l’approccio alla gara, forse mentalmente già in parte proiettato all’imminente sfida di Champions con il Porto, sta di fatto che i bianconeri regalano buona parte della prima frazione di gioco al Cagliari, subendone le iniziative sulle fasce, il pressing in zona mediana e l’aggressività che gli uomini di Rastelli mettono in campo con grande determinazione.
Alla Juve, schierata con il 4-2-3-1 da Allegri con Buffon in porta, Lichtsteiner e Alex Sandro esterni di difesa e Bonucci e Chiellini centrali, il rientrante Marchisio a far coppia in mediana con Khedira e il trio di trequartisti composto da Cuadrado, Dybala e Mandzukic dietro l’unica punta Higuain, va anche bene per i primi 35 minuti, quando i sardi si rendono pericolosi con un paio di ripartenze che mettono in affanno la retroguardia bianconera. In una di tali circostanze, Chiellini è costretto al fallo ai limiti dell’area, viene ammonito e chiede il cambio per un fastidio muscolare provocato dal proprio intervento scomposto, sostituito in campo da Rugani. La partita non cambia di ritmo né di tema, i Campioni d’Italia appaiono in serata storta e il Cagliari ne guadagna in autostima, pur senza creare grossi grattacapi in fase conclusiva; tuttavia, rispetto alla trasferta con il Genoa (per restare in analogia cromatica) è proprio questa la differenza più evidente: infatti, la formazione di Allegri pur soffrendo la pressione avversaria, non rischia praticamente mai di andare sotto, mostrando una maturità e una compattezza all’apparenza non conciliabile con il modulo a trazione anteriore adottato da circa un mese a questa parte.
E siccome, spesso, le partite cosiddette “sporche” le si vince con il colpo del campione, al 37esimo, all’improvviso come un lampo nel buio, arriva il goal che rompe gli equilibri: su un passaggio filtrante in verticale di Marchisio, Higuain anticipa il portiere in uscita e con un delicato tocco a scavalcarlo deposita in rete. Sbloccata la gara e andati al riposo in vantaggio, ad inizio ripresa i bianconeri scendono in campo con altro piglio e trovano subito il raddoppio ancora con il Pipita, che servito in profondità da Dybala realizza di punta la sua quinta doppietta stagionale che gli vale il 18esimo goal in campionato e la testa della classifica cannonieri in coabitazione con Dzeko.
Doppio Higuain in casa di “Rombo di tuono” Gigi Riva: davvero tanta roba.
La rete del 2 a 0 di fatto archivia la pratica, ancora di più in ghiaccio quando Barella tra i rossoblù becca il secondo giallo e guadagna anzitempo gli spogliatoi per un fallo ai danni di Pjanic, appena subentrato a Marchisio. In superiorità numerica per tutto il secondo tempo, la gara non ha più nulla da dire, benché il Cagliari riesca a sfiorare la marcatura in un paio di circostanze, prima con un bel calcio di punizione dal limite di Bruno Alves e poi su un tiro dalla distanza di Pisacane, sul quale Buffon si supera in tuffo e giustifica la presenza in referto.
Nei minuti finali i bianconeri potrebbero arrotondare il risultato, sfiorando la terza marcatura in un’unica azione sullo sviluppo della quale Mandzukic colpisce la traversa, e sulla successiva ribattuta il colpo di testa di Dybala viene miracolosamente smanacciato dal portiere cagliaritano sulla linea di porta.
Il successo in Sardegna ristabilisce le distanze in classifica, sempre +7 sulla Roma vittoriosa all’ora di pranzo a Crotone e +9 sul Napoli che nell’anticipo di venerdì sera aveva regolato i conti al San Paolo con il Genoa.
Da dimenticare i primi 35 minuti, poi, grazie alla rete sblocca-risultato, la Juve ha iniziato a macinare gioco e imporre la propria superiorità tecnica. Da evidenziare la buona tenuta difensiva nella prima mezzora, la capacità di sacrificio della squadra, l’ottima condizione atletica e la straordinaria forza dirompente del Pipita; da migliorare l’aspetto della concentrazione e della motivazione in gare poco stimolanti, evitando errori di palleggio e in disimpegno, nonché la qualità del gioco e di manovra.
Appuntamento a venerdì, per l’anticipo della sfida casalinga allo Stadium contro il Palermo. Poi sarà di nuovo Champions League, con l’andata degli ottavi in casa del Porto.
FINO ALLA FINE!!!! FORZA JUVE!!!!