Juve di misura al Ferraris: passo avanti verso il sesto scudetto di fila!

Non saranno i blaugrana del Barcellona, prossimi avversari che il sorteggio di Nyon ha fatidicamente riservato alla Juventus nei quarti di finale di Champions League, ma i blucerchiati della Sampdoria hanno dimostrato di essere una signora squadra. Ben messa in campo, ordinata tatticamente e dotata di un valido impianto di gioco, l’undici allenato da Giampaolo ha confermato tutte le buone impressioni destate sin qui in campionato, testimoniate dalla striscia di risultati positivi culminata nella vittoria del secondo derby stagionale la settimana passata contro il Genoa.

Sul terreno del Ferraris, la Juventus dà vita alla classica prestazione dai due volti: bene il primo tempo, dove la circolazione del pallone è fluida, i sincronismi tra i reparti ottimali, il fraseggio godibile in virtù dei movimenti senza palla dei giocatori bianconeri. Quest’ultimo aspetto rappresenta una delle armi vincenti nell’organizzazione tattica della squadra di Allegri, ossia la capacità di produrre gioco grazie ad un giro palla in grado di svilupparsi in virtù dei movimenti a smarcarsi di tutti gli uomini schierati nei vari reparti della squadra. Gli attaccanti arretrano sulla linea mediana a creare superiorità numerica, i centrocampisti di manovra e di interdizione coinvolgono nel fraseggio il reparto difensivo, gli esterni cambiano ripetutamente gioco chiamando in causa l’uomo libero dal pressing nella zona opposta del campo. La palla, giocata spesso di prima intenzione, viene di sovente gestita dall’uomo libero della marcatura avversaria, mentre negli spazi stretti è l’elevata qualità tecnica che determina la differenza, obbligando gli avversari ad un notevole dispendio di energie nel tentativo di interrompere il fraseggio juventino. Per fare un esempio e apprezzare appieno il valore aggiunto che Allegri è stato capace di inculcare nei suoi uomini, è sufficiente fare un paragone con la Roma, seconda forza del campionato, e precisamente con la gara decisiva disputata dai giallorossi in casa contro il Lione in Europa League, culminata con l’eliminazione degli uomini di Spalletti: al netto della differenza di valori tecnici, all’Olimpico giovedì scorso ha prevalso la confusione tattica e l’assenza di gestione nella manovra spezzettata dei capitolini, fatta di lanci lunghi a scavalcare il centrocampo,  di troppe iniziative individuali e poco gioco di squadra. Come dire, un abisso tra chi comanda la classifica e chi insegue provando a tenere il passo della capolista. E infatti, con la vittoria di misura in terra ligure, la Juventus allunga sulla Roma, impegnata nel posticipo serale contro il Sassuolo e scavalcata provvisoriamente in seconda posizione dal Napoli, distante a sua volta dieci lunghezze dalla vetta.

Il primo tempo di Sampdoria-Juventus ha valorizzato in tutto e per tutto l’attuale identità di gioco dei bianconeri, schierati con l’ormai collaudato 4-2-3-1 in formazione tipo fatta eccezione per il reparto difensivo, dove a causa delle condizioni non ottimali di Chiellini e della diffida pendente su Bonucci, Allegri provvede a cambiarne gli interpreti. Davanti a Buffon, che con la presenza a Marassi supera Boniperti diventando il giocatore con maggiore minutaggio in maglia bianconera (altro record di un fenomeno, dopo l’imbattibilità in serie A conquistata l’anno scorso), nella difesa a quattro trovano spazio Dani Alves e Asamoah sugli esterni con Rugani e Barzagli coppia centrale, duo di mediana composto da Pjanic e Khedira, trequarti allestita con Cuadrado a destra, Dybala al centro e Mandzukic a sinistra dietro al solito Higuain di punta.

Sebbene la Samp inizi la gara con il piglio giusto, provando a mettere paura ai bianconeri, è la Juve che prende in mano le redini del gioco, sciorinando quel campionario fatto di fraseggio e circolazione di palla di cui si diceva in apertura di pezzo. Non a caso, dopo neppure 7 minuti, la Juve passa: su un calibratissimo cross di Asamoah a centro area è Cuadrado che irrompe di testa e fulmina Puggioni. I Campioni d’Italia insistono nell’esercitare pressione e nell’imporre il proprio ritmo, sfiorando il raddoppio in un paio di circostanze con Mandzukic e Higuain, ma la rete della sicurezza non arriva e al riposo si va con il minimo risultato di scarto. Unica nota stonata, oltre alla mancata concretizzazione di alcune buone occasioni da goal che avrebbero di fatto spento ogni velleità doriana di raggiungere il pari, l’uscita dal campo intorno alla mezzora di Dybala (sostituito da Pjaca), vittima di un indolenzimento muscolare.

Nella ripresa la gara cambia, la manovra della Juve cala d’intensità, la Sampdoria aumenta i giri del motore e, insomma, lo spettacolo ne risente, gli scontri fisici aumentano e si arriva per inerzia al 90esimo senza che Buffon venga seriamente impensierito.

Finisce 1 a 0, risultato fondamentale per preparare al meglio la volata-scudetto dopo l’ultima sosta di campionato prevista domenica prossima. In vista del rientro, difatti, sarà necessario recuperare energie fisiche e mentali per disputare alla grande l’ultima e decisiva fase della stagione: si inizierà con la trasferta di campionato al San Paolo di Napoli domenica 2 aprile, poi, dopo appena tre giorni, mercoledì 5 aprile, ancora di scena a Napoli per il ritorno della semifinale di Coppa Italia al fine di garantirsi l’accesso alla finalissima dello stadio Olimpico di Roma. A seguire il Chievo, prima dell’attesissima andata dei quarti di Champions allo Stadium contro il Barcellona di Messi, Suarez e Neymar.

Per continuare a sognare.

 

FINO ALLA FINE!!!! FORZA JUVE!!!!