Juve-Chievo ha il sapore di certe situazioni di “frontiera”, come quegli ultimi avanposti che incontri dopo un lungo viaggio prima di varcare il valico che ti conduce alla metropoli, meta agognata e conquistata dopo mesi di sacrificio e duro lavoro. La metafora del viaggio calza a pennello, l’ultima curva la vivi con l’ansia di arrivare, provi a goderti percorso e panorama ma ti rendi conto che il pensiero vola a quello che sarà, che vivrai, che vedrai. Nonostante tutto, sei mentalmente proiettato al dopo. Tuttavia il viaggio va goduto e onorato fino in fondo, del resto anche l’ultimo paesino che incroci prima dell’approdo è frutto di tutto quello che hai guadagnato e che ti ha permesso di arrivare dove ti trovi.
In tale atmosfera, alla vigilia della supersfida di Champions con il Barcellona, il calendario propone l’ostacolo Chievo allo Stadium dopo le due trasferte consecutive, tra serie A e Coppa Italia, a Napoli. E siccome il pareggio maturato nell’ultimo turno di campionato al San Paolo contro i partenopei ha ridotto a sei le lunghezze di vantaggio dalla Roma inseguitrice, Allegri non intende correre inutili rischi e rinuncia al turnover massiccio, optando per una rotazione di uomini solo nel reparto difensivo. Cosicché, nel 4-2-3-1 di partenza, a protezione di Buffon vengono schierati Lichtsteiner e Alex Sandro sugli esterni e Barzagli con Rugani coppia centrale, mediana composta dall’insostituibile Khedira di fianco a Marchisio, linea di trequarti organizzata con Cuadrado a destra e Sturaro a sinistra, Dybala a far gioco tra le linee e di punta il Pipita Higuain.
Il segnale è chiaro: il tecnico bianconero pretende massima concentrazione. La Juve scende in campo con il giusto approccio alla gara e per il primo quarto d’ora tiene palla studiando l’avversario, si adopera di sovente nel cambio gioco sfruttando per intero l’ampiezza del campo, sviluppa la propria manovra appoggiandosi nella zona di pertinenza di Dybala, tra le linee di centrocampo e attacco. Poi, improvvisamente, poco prima del 20esimo, i bianconeri decidono che è arrivato il momento giusto per affondare e provano a sbloccare il risultato con i tiri dalla distanza di Khedira e dello stesso Dybala; l’argentino, in netto miglioramento di condizione rispetto alla gara di mercoledì scorso a Napoli, prende per mano la squadra e la trascina con numeri di alta scuola e giocate tecniche da autentico fuoriclasse. E infatti, al 23esimo, è lui stesso a confezionare l’assist per Higuain, disorientando sulla destra il diretto avversario con una pregevole finta di corpo e servendo in area un pallone che il Pipita scaraventa in rete.
Il vantaggio ottenuto non modifica l’atteggiamento dei bianconeri, che giocano una gara attenta e scrupolosa in difesa, dove Barzagli di testa le prende praticamente tutte facendosi trovare sempre nella posizione giusta a conferma di un’intelligenza tattica non comune, in mediana Marchisio dispensa gioco e palloni manco fosse Pirlo, sulle fasce Cuadrado fornisce il solito prezioso contributo nel creare superiorità numerica saltando chiunque gli si presenti davanti, in attacco Dybala continua a crescere con il passare dei minuti producendosi nel suo personalissimo show.
Nella ripresa, dapprima il Pipita fallisce incredibilmente una clamorosa occasione da goal, poi trova il modo di rifarsi a sei minuti dal triplice fischio, siglando la sua doppietta e chiudendo in rete un’azione scaturita da una bella incursione in area del solito ispiratissimo Dybala e rifinita dall’assist di Lichtsteiner: Higuain raggiunge quota 21 reti in campionato, la Juve mette in ghiaccio la gara allungando a +9 in classifica sulla Roma, e Allegri apre ufficialmente la fase di preparazione all’incontro di andata dei quarti di finale di Champions, in previsione martedì sera allo Stadium, contro il Barcellona di Luis Enrique, reduce dalla sconfitta nella Liga per 2 a 0 sul campo del Malaga.
Premesso l’elevato coefficiente di difficoltà insito nella sfida, va detto che le condizioni per giocarsi la qualificazione ci sono tutte, a patto di affrontare l’impegno mettendo in campo l’unica qualità alla quale non è possibile rinunciare, ovvero l’intelligenza. Bisognerà avere calma, restare concentrati, non lasciarsi schiacciare dalla forza d’urto dei blaugrana, essere consapevoli che nell’arco dei 180 minuti ci sarà da soffrire e spesso ci si ritroverà asserragliati nella propria metà campo a lottare su ogni pallone. In quest’ottica, sarà fondamentale il recupero di Mandzukic, le cui condizioni fisiche vengono date in netto miglioramento, la capacità di interpretare la gara da parte di Dybala, cui spetta il compito di tenere alto il baricentro della squadra e di trovare le giocate vincenti, i movimenti di Higuain sull’intero fronte offensivo, la compattezza dell’intero reparto di difesa, l’equilibrio tattico che dovranno garantire gli esterni nell’assicurare la doppia fase come pure la coppia di mediani nel gioco di filtro, interdizione e impostazione.
La chiave tattica del doppio match si svilupperà sulle corsie laterali e avrà in Dybala, nei suoi movimenti tra le linee, l’uomo in grado di sparigliare le carte. Al resto dovrà pensarci il Pipita… Juve-Barcellona è dietro la curva, l’attesa è finita.
FINO ALLA FINE !!!! FORZA JUVE!!!!