Turnover? Ma quando mai, manco a parlarne! Piuttosto un test pre-Monaco in vista dell’imminente semifinale d’andata in programma mercoledì prossimo nel Principato. Prove generali per la Juve in casa dell’Atalanta, quinta forza del campionato e vera rivelazione del torneo di serie A, che per caratteristiche somiglia tanto ai prossimi avversari europei dei bianconeri: freschezza atletica, corsa, gioventù, organizzazione tattica e buone doti tecniche individuali. Una squadra, quella allenata da Gasperini, che ha nella velocità la sua arma migliore, e fa della disciplina posizionale degli uomini in campo il suo punto di forza.
Sulla base di tali premesse, Allegri sceglie la migliore formazione schierando gli uomini che, per tutta probabilità (fatta eccezione per Khedira che salterà la sfida di Montecarlo in quanto squalificato) troveranno una maglia da titolari mercoledì contro i monegaschi. 4-2-3-1 d’ordinanza dunque, con Buffon a guardia della propria rete, difesa a quattro con Dani Alves e Alex Sandro sugli esterni e coppia centrale Bonucchi-Chiellini, duo di mediana composto da Pjanic e Khedira, trequarti confermata con Cuadrado largo a destra, Dybala al centro tra le linee e Mandzukic a sinistra, dietro al solito Higuain terminale offensivo.
Pronti via e l’Atalanta inizia aggredendo la gara, sull’onda dell’entusiasmo che la classifica le riconosce in prospettiva della conquista di un posto valido per la qualificazione all’Europa League del prossimo anno. Non è un caso, infatti, che la Juve soffra per tutto il primo tempo la velocità dei padroni di casa, il pressing furioso che permette all’Atalanta di arrivare per prima sulle seconde palle, la marcatura asfissiante a tutto campo di Masiello su Dybala, i tagli e le giocate di un ispiratissimo “Papu” Gomez. E difatti, su un’azione di ripartenza originata da un duro contrasto subito da Chiellini, è solo grazie alla tempestiva uscita alla disperata di Buffon su Freuler che i bergamaschi non trovano il meritato goal del vantaggio. La Juve accusa le maggiori difficoltà in fase di impostazione a centrocampo, dove Pjanic e Khedira non trovano le necessarie linee di passaggio per innescare il Pipita, sulla trequarti dove Dybala viene francobollato da Masiello e impedito a far gioco, e sulle fasce con Cuadrado e Mandzukic che fanno fatica a ribaltare l’azione a causa del dinamismo dei rispettivi opposti atalantini. Cosicché, proprio all’ultimo respiro dei primi 45 minuti, i nerazzurri di casa passano in vantaggio grazie ad una splendida intuizione di Gomez che, in anticipo su una seconda palla, scodella sul palo lontano e permette a Conti di battere a rete.
Bianconeri sotto di un goal al riposo come non avveniva da tempo immemorabile.
La scelta di Allegri di schierare tutte le prime linee ha i suoi contro e i suoi pro: da una parte il vantaggio concesso al Monaco di acquisire preziose informazioni su come far male alla Juve provando ad individuarne eventuali punti deboli proprio partendo dalla fisionomia di gioco monegasca, dall’altra la volontà di mantenere alta la tensione dei titolari in vista del cruciale impegno di Champions; da un lato il rischio di affaticare troppo gli uomini chiave, dall’altro l’esigenza di testare la tenuta atletica e tattica della squadra contro un avversario simile per caratteristiche ai transalpini.
Ciò detto, nella seconda frazione di gioco il primo correttivo tattico apportato dal tecnico livornese è proprio quello di liberare Dybala dalla marcatura a uomo di Masiello, spostando la zona di manovra della “Joya” in una posizione più defilata e a tratti più arretrata. La mossa di Allegri si rivela azzeccata, perché nel secondo tempo la manovra dei bianconeri, complice anche il calo fisico dell’Atalanta, è nettamente migliore. Al quinto minuto la Juve pareggia grazie ad un’autorete di Spinazzola, scaturita da un cross da calcio di punizione gestito da Pjanic e sanzionato per un fallo subito da Dybala. Raggiunto l’equilibrio nel risultato e prese in mano le redini del gioco, i bianconeri cingono d’assedio i padroni di casa e costruiscono alcune interessanti palle goal con Khedira, si vedono negati un rigore solare per un clamoroso fallo di mani in area che l’arbitro dapprima concede e poi nega adducendo un inesistente fuorigioco, e infine, a sette minuti dal fischio finale, passano in vantaggio con un colpo di testa in tuffo di Dani Alves, liberato sul secondo palo da uno splendido assist di Pjanic.
Rimonta completata, ma proprio quando il risultato sembrava in ghiaccio, nonostante l’Atalanta in un paio di isolate circostanze abbia sfiorato la marcatura negata da un Buffon strepitoso, la Juve incassa in extremis il goal del definitivo 2 a 2 a causa di un pastrocchio difensivo originato da un errato disimpegno di Pjanic e risolto in mischia da Freuler. Finisce con un pareggio che consente ai Campioni d’Italia di allungare a +9 i punti di vantaggio sulla Roma seconda in classifica e attesa dal derby all’ora di pranzo di domenica con la Lazio. Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Difficile dirlo. Di certo il test con i bergamaschi tornerà utile nel doppio confronto con il Monaco, soprattutto nella gara d’andata di mercoledì in trasferta, quando ci sarà da fronteggiare la veemenza con la quale i ragazzi di Jardin proveranno a sorprendere con la velocità e la corsa la corazzata bianconera. Di certo, alcune disattenzioni difensive dovranno essere evitate, ma da questo punto di vista il bicchiere, con il dovuto ottimismo, è da ritenersi mezzo pieno, visto che Bonucci e compagni non sono soliti distrarsi soprattutto nelle occasioni che contano.
Appuntamento dunque a mercoledì, quando si tornerà a respirare aria di Champions, profumo di semifinale, sogni di gloria sulla roulette del Casinò di Montecarlo.
FINO ALLA FINE!!!! FORZA JUVE!!!!