1.170. Sono i chilometri in linea d’aria che separano Monaco da Cardiff. Puoi farli in macchina, e in quel caso i chilometri diventano poco meno di 1.700. Volendo puoi percorrerli anche a piedi, o magari a passo di tango, come li avrebbe fatti volentieri Carlos Gardel, il più grande compositore e cantante argentino specializzato, per l’appunto, in tanghi. Carlos Gardel era di nazionalità argentina ma nativo francese di Tolosa, che dal Principato dista appena 481 chilometri. E allora ti accorgi che tutto torna, che la Storia, quella con la esse maiuscola, si è compiuta proprio in una notte di inizio maggio in terra transalpina, per mano, anzi, grazie ai piedi di un argentino nato in Francia, a Brest, dove suo papà militava quell’anno nell’omonima squadra di calcio cittadina. Da Brest a Monaco, 1.000 chilometri di distanza tra la Costa Azzurra e la cittadina della Bretagna che affaccia sull’oceano Atlantico. 1.000 chilometri per conquistare un sogno.
Incroci del destino: Gardel argentino francese, Higuain argentino francese, semifinale di Champions allo Stade Louis II di Monaco, la Storia che riallaccia i fili e compone un mosaico di straordinaria bellezza. Perché la Juve ammirata in trasferta a Monaco è una squadra di straordinaria bellezza. Forte, compatta, convinta. Formazione di spiccata personalità, di chiara identità, consapevole della propria forza e dei propri mezzi tecnici e tattici. Un goal per tempo del Pipita, il primo poco prima della mezzora frutto di un’azione corale preceduta da un colpo di tacco di Dybala e conclusasi con un assist di tacco di Dani Alves per l’accorrente Higuain appostato a centro area: rasoterra implacabile all’angolo basso alla destra del portiere; il secondo al quarto d’ora della ripresa, ancora un assist di Dani Alves e la scivolata sul secondo palo del bomber argentino che permette ai bianconeri di ipotecare l’accesso alla finalissima in Galles.
Prima e dopo, una prestazione sontuosa. Notte magica quella che Allegri, dopo aver cancellato il Barcellona, regala alla Juve e ai suoi tifosi. A sorpresa, nel 4-2-3-1 ormai marchio di fabbrica, davanti a Buffon trovano posto Barzagli largo a destra, Bonucci e Chiellini coppia centrale, e Alex Sandro a sinistra; coppia di mediani formata da Marchisio al posto dello squalificato Khedira e Pjanic; trequarti attrezzata con Dani Alves ad agire sulla fascia solitamente presidiata da Cuadrado, Dybala tra le linee, Mandukic a sacrificarsi come sempre a sinistra e Higuain a fare reparto offensivo. La mossa del tecnico livornese è astuta, visto che la presenza di Barzagli sulla linea di difesa garantisce, in combinata con Dani Alves, una copertura migliore in fase di non possesso, consentendo all’esterno brasiliano di sfruttare tutte le sue doti tecniche in fase di fraseggio e di appoggio in chiave offensiva. E difatti, dai piedi dell’ex Barça partono i due inviti preziosi che mettono il Pipita nelle condizioni di realizzare la doppietta che vale, quasi certamente, l’accesso alla finale di Cardiff.
Il tutto senza dimenticare l’incommensurabile contributo di quel monumento vivente che risponde al nome di Gigi Buffon, decisivo in almeno tre occasioni: sullo 0 a 0 in opposizione ad un tiro del gioiellino Mbappé, ad inizio ripresa grazie ad un paio di interventi in uscita, e nel finale di gara con un incredibile scatto di reni a sventare in calcio d’angolo un colpo di testa da distanza ravvicinata. Nella magica notte monegasca da segnalare la prestazione di Dybala, praticamente immarcabile, la prova ordinata e puntuale sotto il profilo tattico di Marchisio, la concentrazione dell’intera retroguardia con un Chiellini ancora una volta maestoso, l’apporto dell’infaticabile Mandzukic, il dinamismo di Alex Sandro. Alla velocità dei francesi, la Juve ha opposto un chirurgico giro palla, un fraseggio senza sbavature (al netto di qualche amnesia di Pjanic, comunque positiva la sua gara), una manovra tendente a mandare fuori giri il tentativo di pressing dei giocatori di Jardim, letteralmente surclassati nei duelli fisici e nel possesso palla. Netta la crescita in quest’ultima parte di stagione di Dani Alves, soprattutto dal punto di vista della disciplina tattica, autore di una gara superlativa. Infine lui, quello che finora non aveva ancora segnato negli scontri di Champions ad eliminazione diretta, l’uomo che, pur sacrificandosi per la squadra, non riusciva ad imprimere il suo personale sigillo sul cammino europeo della Juve. Ne ha impressi due di sigilli il Pipita, che avvicinano i bianconeri al traguardo finale dove, salvo improbabili colpi di scena, incroceranno i guantoni con il pluridecorato Real Madrid, campione in carica, reduce dal trionfo casalingo nel derby tutto madrileno contro l’Atletico. Cristiano Ronaldo con tre goal da una parte, Gonzalo Higuain con la sua doppietta dall’altra. Sfide a distanza, per adesso.
Sabato sera il derby della Mole con il Toro, per provare a conquistare la matematica certezza del sesto tricolore consecutivo (35esimo del computo totale) entrando nella leggenda, dove nessuno in Italia finora ha mai osato azzardare. Poi la semifinale di ritorno con il Monaco, martedì allo Stadium. A seguire, l’atto conclusivo di Coppa Italia con la Lazio e le ultime partite di campionato. Prima dell’epilogo di Cardiff.
Tenetevi stretti, il meglio deve ancora venire.
FINO ALLA FINE!!!! FORZA JUVE!!!!