Esacampioni!!! Tradotto in poesia significa che il campionato di calcio di serie A, negli ultimi sei anni, ha avuto un unico proprietario, sulle cui divise da lavoro è rimasto cucito il tricolore per oltre milleottocento giorni consecutivi, ai quali vanno ad aggiungersi i trecentosessantacinque dell’anno che verrà: record assoluto, visto che in Italia nessuno finora ha osato spingersi fino a vette così ardite. In pura algebra significa che il computo totale di scudetti tocca quota trentacinque. Dal punto di vista filosofico, il sesto campionato di fila coincide con una nuova e più matura mentalità di gioco, frutto di una consapevolezza acquisita grazie al paziente e competente lavoro di costruzione della società bianconera, dallo stadio di proprietà agli investimenti mirati sul mercato, dalla ricerca dei “parametro zero” fino all’ingaggio di fuoriclasse conclamati o chiaramente destinati a diventare tali.
Ogni scudetto ha il suo marchio distintivo: sei anni fa fu la splendida e inaspettata cavalcata della prima arrembante Juve di Antonio Conte, poi arrivò il secondo in scioltezza, il terzo infranse il record dei cento punti in campionato, il quarto venne conquistato dopo l’iniziale scetticismo generale dell’ambiente bianconero a causa dell’avvicendamento in panchina tra Conte e Allegri, il quinto l’anno scorso con la strabiliante e incredibile rimonta dopo la falsa partenza iniziale, e infine il sesto, quello appunto della consacrazione della squadra nella Storia e nella Leggenda.
Servivano i tre punti contro il Crotone, dopo lo scivolone di Roma e i due pareggi con Atalanta e Torino; serviva vincere per evitare di rinviare (con incluso supplemento di tensione) la festa scudetto agli ultimi novanta minuti di Bologna, domenica prossima. I rossoblù calabresi, alla disperata ricerca di punti salvezza, sono stati la vittima sacrificale sull’altare del sesto tricolore consecutivo bianconero. Troppo determinati i ragazzi di Allegri, troppo prestigioso l’obiettivo da raggiungere per lasciare anche una minima speranza alla formazione di Nicola di uscire indenne dallo Stadium. E infatti, in uno scenario da finalissima coronato da una coreografia da sogno, come nessuno avrebbe pronosticato ad agosto quando il calendario fissò alla penultima giornata la sfida tra Juventus e Crotone, Allegri ha mandato in campo la migliore formazione possibile, quel 4-2-3-1 con Buffon in porta, Dani Alves, Bonucci, Benatia e Alex Sandro in difesa, Pjanic e Marchisio in mediana, Cuadrado e Mandzukic larghi sugli esterni con Dybala trequartista e Higuain di punta.
Di fatto, non c’è stata gara. Al 12esimo Mandzukic su traversone dalla destra di Cuadrado, allo scadere della prima frazione Dybala con un magistrale calcio di punizione dal limite, a sette minuti dal 90esimo Alex Sandro di testa su calcio d’angolo.
3 a 0, gara-partita-incontro-scudetto.
Onore al Crotone, che ha interpretato la sfida con coraggio e determinazione, e che potrà ancora lottare e sperare di conquistare una meritata salvezza fra sette giorni allo Scida, negli ultimi 90 minuti di campionato. Tornando alla Juve, la prestazione che ha suggellato la conquista del tricolore ha confermato l’ottima condizione atletica e l’eccellente stato di grazia di un po’ tutti gli uomini chiave: Bonucci e l’intero reparto difensivo, la straripante verve di Dani Alves sempre più al centro della manovra bianconera, la fisicità di Mandzukic e la sua propensione al sacrificio e alla corsa, l’importanza di Alex Sandro sulla fascia sinistra, la genialità di Dybala e le sue strepitose qualità tecniche, la presenza determinante di Higuain.
Diversi i segni emblematici della cavalcata juventina in stagione: movimenti sincroni e duttilità tattica, capacità di gestire le varie fasi del match, abilità nel fraseggio e nel cambio gioco, interscambiabilità dei ruoli e nelle posizioni a seconda delle diverse caratteristiche che l’avversario di turno propone di volta in volta anche nel corso di una stessa partita. E ancora, giro-palla efficace, uscite eleganti da azioni difensive, pressing, marcature preventive in fase di non possesso, lettura anticipata sulle seconde palle. In altre parole, un netto salto di qualità, una rinnovata identità vincente, un capolavoro di tattica e di tecnica firmato da Massimiliano Allegri.
Poi, la festa scudetto, la coppa alzata al cielo da Buffon, la commozione e la felicità di tutti, la consapevolezza di far parte di una grande Storia, la certezza di essere entrati nella Leggenda. Finora è “double”, Coppa Italia e Scudetto, accoppiata raggiunta per il terzo anno di fila (record anche questo). Domenica prossima ultima di campionato, senza nulla in gioco, a Bologna. Poi, il 3 giugno, a Cardiff, per la finale di Champions League contro il Real Madrid. Comunque vada, scorreranno altre lacrime, perché, nonostante ne abbiamo viste tante e gli anni trascorrono inesorabili per tutti, continuiamo a emozionarci come bambini. Io per primo.
FINO ALLA FINE!!!! FORZA JUVE!!!!