71 giorni dopo la maledetta finale di Champions League a Cardiff, la “nuova” Juventus di Massimiliano Allegri torna in campo per disputare un’altra finale, questa volta meno prestigiosa ma ugualmente importante. La Supercoppa Italiana, giunta alla sua 30esima edizione, torna per l’occasione ad essere giocata in Italia dopo le “trasferte” straniere di Doha (2014 e 2016) e di Shanghai (2015), e lo fa riproponendo le medesime contendenti del 18 agosto 2013, data dell’ultima sfida in terra italica disputata allo Stadio Olimpico tra Juventus e Lazio. Per i bianconeri, alla sesta finale consecutiva di Supercoppa, si tratta di una doppia rivincita: esorcizzare la psicosi collettiva dopo il tracollo gallese con il Real Madrid e rimettere le mani su quel trofeo sfumato ai calci di rigore contro il Milan, nell’edizione andata in scena a dicembre scorso. Per i biancocelesti di Simone Inzaghi, l’obiettivo di interrompere la striscia negativa di dieci sconfitte consecutive negli scontri diretti contro la Juve e vendicare l’ultima maturata a giugno scorso in finale di Coppa Italia, quando i ragazzi di Max Allegri si imposero per due a zero con le reti di Dani Alves e Bonucci, entrambi ceduti nell’ultima sessione di mercato e dunque di scena su altri palcoscenici. Alla fine, anche quest’ultimo elemento avrà il suo peso…
Ma andiamo con ordine, dicevamo della “nuova” Juventus targata 2017/2018 ma, almeno in avvio di partita, mister Allegri si affida agli uomini protagonisti della vittoria del sesto scudetto consecutivo e della terza coppa Italia di fila. Nel 4-2-3-1, modulo simbolo della scorsa stagione, trovano posto Buffon tra i pali, reparto difensivo con Barzagli a destra, Benatia e Chiellini centrali e Alex Sandro a sinistra, coppia di mediana composta da Pianic e Khedira, trequarti allestita con Cuadrado e Mandzukic esterni e Dybala a far gioco tra le linee, dietro all’unica punta Gonzalo Higuain. La gara dei campioni d’Italia si sostanzia in alcune fiammate nei primi dieci minuti e nella fase finale a ridosso del 90esimo: per tutto il resto è notte fonda. La retroguardia appare spaesata e ancora priva di quegli equilibri che ne avevano caratterizzato un rendimento pressoché perfetto negli anni passati, evidenziando paurose lacune in azioni di disimpegno e uscita e non attuando le necessarie marcature preventive; il centrocampo è costantemente in inferiorità numerica, vuoi perché la coppia Pianic-Khedira si trova a fronteggiare ben cinque avversari in mezzo al campo visto lo schieramento del 3-5-2 laziale e in più, particolare da non sottovalutare, perché il bosniaco ex Roma spesso è costretto ad arretrare sulla linea dei difensori per dare il via alla manovra d’impostazione, accollandosi i compiti svolti fino a pochi mesi fa in maniera egregia da Bonucci. Non va meglio sugli esterni, dove Cuadrado si muove tanto ma fa altrettanta confusione e concretizza poco e nulla (come del resto Alex Sandro), mentre Mandzukic si muove poco e testimonia un preoccupante ritardo di condizione, in perfetta sintonia, da questo punto di vista, con tutto il resto della squadra. Unica nota lieta la prestazione di Dybala, fresco di “10” sulla schiena, a cercare di dare la scossa a un reparto che sconta, come se non bastasse, anche l’isolamento del “Pipita” in area di rigore.
In buona sostanza, per gran parte della gara è un monologo Lazio. I ragazzi di Inzaghi affondano come e quando vogliono per vie centrali, senza trovare opposizione nella distratta e disorganizzata retroguardia bianconera, imperversano sulle corsie laterali dove Cuadrado e Mandzukic non svolgono la necessaria doppia fase, esercitano un evidente predominio a centrocampo per i motivi sopra citati. E infatti, su un bel taglio in profondità intorno alla mezzora, Immobile si procura il sacrosanto rigore che poi si incarica di trasformare. I bianconeri non reagiscono, più per mancanza di idee che per diretta volontà. Si va al riposo sull’1 a 0, ma nei minuti iniziali della ripresa ancora Immobile, di testa, sigla il raddoppio con la complicità di Benatia fuori posizione a centro area e Barzagli stretto nella morsa di due avversari. A quel punto Allegri corre ai ripari, inserisce Douglas Costa e Bernardeschi al posto degli insufficienti Cuadrado e Mandzukic, e De Sciglio in luogo di Benatia, spostando Barzagli al centro. La Juve sembra trarne giovamento, il dinamismo di Douglas Costa produce quel cambio di passo che consente ai bianconeri di riversarsi nella metà campo avversaria e di trovare a cinque minuti dallo scadere la rete che dimezza le distanze, grazie a un mirabile calcio di punizione a giro di Dybala dai venti metri. E’ la scossa nervosa che sembra poter cambiare gli equilibri della sfida, tanto che, proprio al 90esimo, lo stesso Dybala trasforma dal dischetto il calcio di rigore sanzionato per atterramento in area di Alex Sandro. 2 a 2 e supplementari in vista, se non fosse che nei minuti di recupero, il giovane prodotto del vivaio biancoceleste Murgia, ben appostato a centro area, è lesto a scaraventare in rete l’assist di Lukaku, che sulla destra manda fuori giri un improponibile De Sciglio con la stessa difficoltà che si incontra nel mandare giù un bicchiere di acqua fresca.
Finisce 3 a 2 per la Lazio, che meritatamente si aggiudica la sua quarta Supercoppa e mette a nudo le difficoltà che la Juve aveva già palesemente evidenziato nel corso delle amichevoli estive. Tra sette giorni inizia il campionato e le riflessioni da fare sono molteplici: al netto del ritardo di condizione atletica, alla Juve mancano alcune pedine per poter competere sui livelli degli anni passati. Un buon difensore centrale in grado di sostituire Bonucci (non è pensabile che Chiellini possa incaricarsi della prima fase di impostazione), un valido esterno destro di difesa che possa alternarsi con Lichtsteiner (al momento De Sciglio non fornisce le dovute garanzie), almeno un centrocampista di corsa e di inserimento in grado di aumentare lo spessore muscolare del reparto in fase di interdizione. Detto ciò, considerati i tempi necessari per ritrovare certezze ed equilibri soprattutto in chiave difensiva, e tenuto conto degli strascichi psicologici non ancora completamente assorbiti di Cardiff, non sarà né semplice né scontato riproporsi su certi livelli, nonostante l’indubbio tasso tecnico in dote alla squadra.
Inutile a dirlo, sarà un piacere essere smentito…
FINO ALLA FINE!!!! FORZA JUVE!!!!