E’ la notte tra il 14 e il 15 aprile del 1916 e sulle Dolomiti si combatte aspramente, perché si fronteggiano l’esercito italiano e quello austriaco. Ci sono due uomini in un tempo senza tempo, entrambi coinvolti con ruoli diversi nel primo conflitto mondiale, le cui esistenze entrano in contatto. Il primo è un medico di guerra italiano, reclutato per curare e alleviare le ferite spesso mortali dei propri commilitoni. Costui tiene un diario. Un diario quasi surreale, come la guerra che si consuma tragicamente davanti ai suoi occhi e della quale non riesce a farsi una ragione. Perché si combatte, perché si muore, perché lui si trova lì. Su quelle pagine, il dottore annota diligentemente l’ora e gli ultimi istanti di vita degli uomini che spirano tra le sue braccia. Per ognuno di essi non appunta il nome (che, peraltro, spesso neppure conosce), bensì una frase che meglio sintetizza l’ultimo istante di vita del povero disgraziato di turno. Lo fa per non dimenticare, per tramandare un ricordo, il segno di un passaggio tra quei luoghi di paura e disperazione, in un triste elenco di sensazioni, di emozioni, di dolore. Tra le pagine consunte e intrise di compassione e di tragedia, trova posto un fiore di carta, che ricorda al tenutario del diario la donna che, prima di partire per il fronte, ha amato. E che purtroppo ha perso per sempre. L’altro uomo è un nemico, un soldato austriaco catturato insieme alla sua squadra e destinato al plotone d’esecuzione. Ma prima che la fucilazione abbia luogo, all’alba del giorno che verrà, c’è una notte da trascorrere insieme. Perché il medico viene incaricato di interrogare il prigioniero, con lo scopo di acquisire generalità e grado di colui che si sospetti essere un alto ufficiale e che, potenzialmente, potrebbe diventare una preziosa pedina di scambio. Tuttavia, l’austriaco si rifiuta di rivelare la propria identità e il grado che ricopre, ben sapendo che questo suo atteggiamento di chiusura lo condurrà inesorabilmente alla morte. Ma il prigioniero non resta zitto, anzi inizia a raccontare una storia misteriosa e avventurosa, ricca di personaggi stravaganti e sopra le righe, surreali e grotteschi, descrivendo scenari fantastici che sembrano inventati e, nel contempo, riannodando i fili della Storia con un evento accaduto esattamente quattro anni prima, nella stessa notte tra il 14 e il 15 aprile del 1912: il naufragio del Titanic.
Ma cosa c’entra il Titanic con quella notte di guerra? Chi era l’uomo che fumava sul ponte del transatlantico mentre lo stesso affondava? Chi era Guzman? E chi è in realtà il prigioniero che ammalia con la sua narrazione?
La notte scivola via, a tratti lentamente, accompagnata dal fumo di tante sigarette e dal profumo di sigari narrati; perché proprio la passione per il tabacco è uno dei fili conduttori (non l’unico) della singolare vicenda descritta, le cui parole restano sospese proprio come essenza di tabacco tra i due protagonisti. Ma la notte riserva anche amarezze, colpi di scena, mutamenti di consegne e di umori. Risate e tristezza si fondono in un tutt’uno, alternandosi in un valzer di sensazioni, anzi, per meglio dire, in un tango, come quella volta di tanti anni prima all’Ambasciata Spagnola di Parigi. La notte, a tratti, accelera, la guerra continua in trincea, sullo sfondo altri morti, altra disperazione, altre pagine di diario da riempire. Fino allo spuntare del sole, che insieme alla luce vedrà comparire una lettera.
“La donna dei fiori di carta” di Donato Carrisi, edito da Longanesi, è un bel romanzo ambientato nel cupo e drammatico scenario di una trincea della Prima Guerra Mondiale. Tra morte, disperazione, stenti, paura e speranza. Un libro che parla di vita e, nonostante tutto, di futuro. La prosa è semplice e scorrevole, il romanzo si arricchisce di colpi di scena, di situazioni impreviste e tutt’altro che scontate. La bellezza fa breccia nell’orrore, e conquista il sentimento di chi legge, avido di trovare le risposte agli interrogativi rimasti sospesi.
“La donna dei fiori di carta” è una storia di amore e di guerra, di bellezza e di orrore, di uomini leggendari e donne impavide, di poesia e sentimento, romanticismo e personaggi estemporanei dotati di grande talento. Come di grande talento è dotato Donato Carrisi. Consigliatissimo!!!