Sapete quanto guadagna Federer, uno dei più grandi campioni di tennis di tutti i tempi? Appena 40 milioni di euro all’anno. Sì, d’accordo, ma Roger è svizzero, cosa c’entra con noi? I suoi lauti compensi provengono, per giunta, dagli sponsor. Vero. L’incipit del pezzo va rifatto. Allora, riproviamo. Siete al corrente di quanto la Ferrari corrisponda come salario a Sebastian Vettel, primo pilota della rossa di Maranello? “Solo” 49 milioni di euro all’anno. Proprio così, l’italianissima casa automobilistica italiana, vanto nel mondo della nostrana industria a 4 ruote. Ciò nonostante, né il Codacons né gli operai di Melfi hanno mai sollevato un solo grido di indignata protesta contro l’ingaggio non proprio ordinario del pilota tedesco alla guida della monoposto col Cavallino Rampante. Per Cristiano, però, è diverso. Indignazione e scandalo, vergogna e sconcerto. Eppure, l’ingaggio del fuoriclasse portoghese è corrisposto da una società quotata in borsa, i cui bilanci sono sottoposti a controlli ferrei e rigorosi dalla Consob nonché dagli altri organismi europei preposti alla scrupolosa verifica della sostenibilità contabile delle società di calcio (il cosiddetto Fair Play finanziario). Si calcola che dall’operazione Ronaldo, la Juventus incrementerà di oltre 200 milioni il proprio fatturato, generando un effetto positivo soprattutto dal merchandising e dalla valorizzazione del proprio brand. A conferma di ciò, nei giorni successivi all’ufficializzazione dell’ingaggio di CR7, la vendita delle magliette bianconere con il numero 7 si è sviluppata all’incredibile ritmo di una al minuto! Quali diritti vengono lesi ai consumatori che il Codacons vorrebbe difendere, o agli operai Fiat di Melfi per i quali i sindacati hanno organizzato uno sciopero di protesta? Francamente, faccio difficoltà a comprendere. Come non mi capacito della decisione della Fifa che, in previsione della finale del Campionato Mondiale di calcio tra Francia e Croazia, prevista per domenica in Russia, ha di fatto vietato le riprese televisive delle belle tifose, tirando in ballo la questione sessista. Un po’ come avvenne per le “ombrelline” in Formula Uno e nella Moto GP. Il rispetto delle donne si concretizza oscurandone la bellezza? Allora, per evitare ogni tipo di equivoco, proporrei l’adozione del burqa, salvo poi suscitare l’irritazione di coloro che lamentano la violazione dei diritti fondamentali delle donne. Perché il Codacons non interviene e propone, che so, un burqa a metà, dal collo in giù? E perché non si indice uno sciopero a sostegno della legittima volontà individuale di mettere in mostra le proprie procacità? O a difesa della categoria dei cameraman lasciando loro la libertà di inquadrare chi vogliono? Se posso dire la mia, l’unica cosa davvero scandalosa (oltre all’ipocrisia dilagante e alla pervicace capacità di aprire bocca anche quando non risulta opportuno) l’ho vista in settimana a Gioia Tauro, quando un ignorante vestito da ministro della Repubblica è stato accolto come salvatore della Patria. In quel caso, né il Codacons né i sindacati si sono visti. Mala tempora currunt….