Pellegrini Editore
Anno 2010
240 pagine
Un’estate calda a Cosenza. Calda come tutte le altre, ma solo da un punto di vista meteorologico.
Sotto l’afa incalzante che taglia il respiro e appanna i sensi, il commissario Luca Giannitteri, con un piede già sotto l’ombrellone, si trova suo malgrado costretto a rinviare a data da destinarsi le agognate ferie. La città è scossa da un suicidio eccellente. Elvira Granata-Setti in Lorenzi, appartenente all’alta borghesia cosentina, impegnata da sempre nel volontariato e grande organizzatrice di eventi a scopo benefico, viene trovata morta nella sua casa pochi giorni prima di Ferragosto.
La notizia scuote dal torpore l’opinione pubblica, nonostante i ritmi di vita “messicani” dei pochi sfortunati rimasti in città a sopportare la terribile calura. Il marito della morta, Giancarlo Lorenzi, stimato docente universitario, non sa farsi una ragione dell’insano gesto della congiunta.
Le indagini del commissario Giannitteri e del suo vice Enrico Bernacci sono “non indagini”. Il medico legale, dottor Soleri, dietro pressione del questore Oreste Maria Lucenti, a sua volta sollecitato dalle amicizie politiche influenti del marito della vittima, deve rinunciare a effettuare l’autopsia. A queste latitudini, l’esame autoptico di un cadavere viene ancora visto come una sorta di devastazione corporale e spirituale, chi può evitarlo al corpo di un congiunto non ci pensa due volte.
Il primo a rimanere deluso da come si evolve la vicenda è Federico Marcillei (ndc il cognome è l’anagramma di Camilleri, omaggio allo scrittore), bancario in attività, vicino di casa e amico del commissario dai tempi della scuola. Marcillei è un irriducibile appassionato di letteratura gialla, qualunque cosa abbia a che fare con il mondo del crimine assume per lui la medesima attrazione di uno spillo verso una calamita.
Il contesto cittadino, reso deserto dalla partenza per le vacanze di molti residenti, mostra un aspetto diverso e per certi versi accattivante. Il centro storico, i monumenti, il Duomo dell’XI secolo, il castello Svevo, il museo all’aperto dell’isola pedonale in centro città; tutto appare sotto una luce diversa.
E sotto questa luce, di caldo e afa, due strani omicidi sanciscono la definitiva rinuncia alle ferie di Giannitteri. Un camionista viene assassinato lungo la famigerata Salerno-Reggio Calabria, in una piazzola di sosta nei pressi del porto di Gioia Tauro. Tutti gli indizi fanno propendere per la classica rapina finita male. Il secondo omicidio, un operaio di una ditta di smaltimento rifiuti con sede a Rende, comune limitrofo a Cosenza, viene trovato cadavere proprio alla vigilia di Ferragosto. In questo caso sembra evidente la mano della ‘ndrangheta, le modalità di esecuzione non lasciano molti dubbi.
Tra rebus enigmatici, codici alfanumerici, strane coincidenze religiose, il commissario Giannitteri non sa dove sbattere la testa, incalzato dalle pressioni del questore e dalle domande inopportune del pm Musca, il cui cognome è in assonanza con il suo modo d’agire. Tutto sembra evidente, la rapina finita in tragedia, il delitto mafioso, ma è tutto come sembra? O sono solo “False apparenze”? Perfino il suicidio della Lorenzi, man mano che si scava a fondo nelle vite dei personaggi, inizia a mostrare crepe. Caldo, sudore e afa. Imprecazioni per tante storie diverse e scollegate tra loro che non trovano soluzione. Ma saranno davvero scollegate tra loro? Marcillei, accusato dall’amico di dilettantismo investigativo, si prenderà la sua bella rivincita. E dimostrerà, come in un puzzle impazzito, di saper mettere ogni tassello al posto giusto.
Come in un giallo rovesciato, la soluzione svelerà al lettore uno degli aspetti drammatici e sconvolgenti di una delle tante realtà del meridione d’Italia.
Consulta Stampa e Recensioni su False apparenze
Immagini tratte dalle presentazioni del libro: